Se anche tu sei riuscito a mettere da parte del capitale, frutto dei risparmi di anni di lavoro, e stai valutando di investirne una parte su un progetto imprenditoriale in qualità di socio finanziatore, che ne diresti di muoverti in modo da metterti al riparo da brutte sorprese (almeno quelle prevedibili)? Sapere che cos’è un business plan, capirlo, essere in grado di leggere tra le sue righe e saperlo interpretare correttamente ti permetterà di evitare quei pericolosissimi sprechi di tempo e di denaro (tipici dei soci finanziatori non ancora esperti) in progetti che, già in embrione, dimostrano chiaramente di essere destinati a fallire.
Domanda: hai già il business plan di un progetto su cui investire?
Se hai risposto sì, salta semplicemente alla prossima sezione di questo articolo, in caso contrario ciò che ti suggerisco di fare è molto semplice: metti in pausa la lettura di questo post e catapultati sulla guida che ho realizzato che ti spiega come trovare idee di business su cui investire: in questo modo potrai valutare le idee di business innovative, trovare un progetto aziendale etico, redditizio ed ambizioso e trasformare il tuo sogno imprenditoriale in realtà.
Introduzione
Lo saprai meglio di me: per avviare un’attività occorre un’idea di business. Si dice che le idee siano il motore del progresso e che facciano progredire verso il futuro. Quando individui un’idea di business che per te risulta essere “attraente” ricordati sempre che l’idea in questione deve essere effettivamente realizzabile e non restare un sogno impossibile da concretizzare. E’ necessario infatti capire se un’idea sia davvero buona o meno, se sia possibile metterla effettivamente in pratica e se crearvi sopra un business possa realmente generare reddito (o capital gain).
Quando intendi investire su un progetto, la tua priorità principale deve sempre essere anzitutto di evitare di perdere una parte o tutto il denaro investito, cosa che di certo potrebbe avere ripercussioni, oltre che sul tuo buon umore e sul tuo portafogli, nella tua vita privata e familiare.
A chi non piacerebbe effettuare degli investimenti sicuri in aziende? Investire i propri risparmi in maniera consapevole è sicuramente un aspetto cruciale: sarà una banalità forse ribadirlo, ma per quanto mi riguarda è fondamentale, prima ancora di valutare un business plan ed i suoi numeri, avere quante più informazioni possibili e dettagliate sui soci operativi con cui intendi fare business. Solo quando avrai trovato il tuo socio operativo ed individuato la tua “anima gemella di business” come spieghiamo in QUESTO articolo, potrai valutare se l’idea di business sia, oltre che “attraente”, anche profittevole.
Il primo step fondamentale è dunque quello di pretenderne il suo business plan. Nelle prossime righe, troverai una guida su come leggere e valutare un business plan.
Cos’è il business plan e la sua definizione
Il business plan, da definizione, è un documento che ha l’obiettivo di rappresentare, in ottica prospettica, un progetto imprenditoriale con l’intento di valutarne la fattibilità, in relazione al contesto e al settore in cui l’azienda andrà ad operare. Si tratta di uno strumento fondamentale per chi vuole intraprendere una nuova attività imprenditoriale sia come socio investitore che come socio operativo.
Il business plan di una start up, potremmo dire, è quasi più importante dell’idea stessa perché una grande idea non diventerà mai un’azienda di successo senza una strategia chiara mentre, per assurdo, un’idea mediocre ma ben strategizzata potrebbe diventare un business di successo.
Il business plan, in teoria, dovrebbe essere composto in modo che tenga conto sia degli aspetti qualitativi che caratterizzano l’impresa ed il progetto che degli aspetti quantitativi: attraverso l’analisi economico-finanziaria prospettica infatti, è possibile cercare di valutare e prevedere sia la fattibilità del progetto che il suo impatto sul mercato.
Un valido e qualitativo business plan deve di fatto contenere tutte le informazioni che permettano di comprendere le linee di azione da intraprendere e gli effetti economici e finanziari prodotti.
I 4 vantaggi del business plan: perchè pretenderlo
Il business plan per il lancio nuovo prodotto, di un servizio o di una nuova impresa ti aiuta, in qualità di investitore, a percorrere la strada con maggior sicurezza così da poter avere sott’occhio l’utilizzo che verrà fatto del tuo capitale, gli obiettivi che il team si pone e le strategie che intende adottare per raggiungerli; inoltre, ti consente di comprendere in anticipo i flussi finanziari ed economici, il patrimonio e tutte quelle risorse necessarie ed indispensabili a concretizzare l’idea di business senza le quali l’attività non può reggersi in piedi.
Il business plan, se realizzato correttamente, presenta 4 principali fondamentali vantaggi:
- permettere all’investitore di riflettere, in modo razionale, dati alla mano, sull’idea imprenditoriale che intende finanziare
- consente al team di soci di pianificare in anticipo l’attività di business, le modalità di attuazione operative, le tempistiche e le risorse necessarie
- prospetta una chiara previsione dei costi
- aiuta a verificare la coerenza e la fattibilità dell’iniziativa analizzando gli aspetti giuridici della creazione dell’azienda, finanziari ed organizzativi
Non dimenticare che un business plan finanziario deve avere determinate caratteristiche. Esso infatti dovrebbe:
- essere chiaro e completo: il documento deve essere semplice e preciso, in modo da comprendere l’idea senza difficoltà e trovare tutte le informazioni chiavi per farti prendere la decisione di investire in quel business
- ispirare affidabilità e attendibilità: il contenuto complessivo del piano imprenditoriale ed i suoi singoli elementi costitutivi devono essere compatibili, coerenti e ragionevoli. Deve trasmetterti fiducia e credibilità
- trasmettere trasparenza: è un principio legato alla chiarezza e all’affidabilità. Deve essere possibile percorrere a ritroso ogni elaborazione del piano, dal risultato al singolo elemento di analisi.
È importante sottolineare che un Business Plan di un nuovo progetto, qualora redatto in maniera completa e rigorosa, dovrebbe costituire anche un utile strumento di “benchmark”, di comparazione, per la valutazione “a posteriori” dei risultati raggiunti. Dopo che il progetto è stato avviato, il confronto tra i risultati effettivamente raggiunti con quelli previsti nel Business Plan può essere di aiuto per valutare se si stia procedendo o meno nella giusta direzione ed eventualmente aggiornare, laddove necessario, le strategie o le procedure aziendali.
Le 2 principali criticità che si incontrano nella creazione di un business plan
Un primo punto critico nella realizzazione di un business plan è l’attendibilità della previsione dei ricavi.
Su questo, quando ti capiterà di valutare un business plan, dovrai sicuramente prestare molta attenzione per non incappare in un progetto fallimentare. Un consiglio: mentre consideri i dati numerici confrontali costantemente con le motivazioni descrittive per cui i prodotti/servizi che si vogliono offrire dovrebbero attrarre i potenziali clienti.
Un altro punto critico riguarda la congruenza delle informazioni: la necessità di valutare, in modo coerente e critico, tutti gli aspetti della nuova iniziativa illustrati nel business plan per la nuova azienda è, ad esempio, essenziale durante la fase di studio ed analisi del documento.
LA STRUTTURA DEL BUSINESS PLAN
E’ davvero fondamentale che tu abbia ben presente quali dovrebbero essere, almeno a livello ideale, le sezioni e le voci presenti all’interno di business plan di un’azienda in embrione in cui intendi investire Senza questa base di conoscenza, il rischio è che chiunque ti possa rifilare un pdf con delle coloratissime slides, estremamente accattivanti, che però deficitano di concretezza, coerenza e pragmaticità.
In generale possiamo dire che, un buon business plan sottoposto alla tua attenzione dovrebbe essere corredato di indicazioni relative all’idea di business ipotizzata, al mercato ed al target specifico di clientela, alla concorrenza ed ai fattori critici di successo, la descrizione dell’offerta aziendale dal punto di vista del prodotto/servizio, della scelta dei canali di vendita, della conseguente organizzazione commerciale, nonché delle politiche commerciali, un piano di comunicazione (ipotesi di sviluppo dell’immagine aziendale, media/canali di comunicazione, tipologie di campagne di marketing e relativi investimenti), la fattibilità tecnica del progetto, informazioni riguardo al processo produttivo, alla necessità di investimenti strutturali, all’impiego di manodopera, la fattibilità economico/finanziaria nel medio periodo (almeno triennale), con l’indicazione del fabbisogno finanziario complessivo e delle relative coperture, un piano temporale di sviluppo articolato delle attività, degli investimenti e della struttura organizzativa.
Vediamo assieme come, in particolare, dovrebbe essere strutturato un business plan che ti accingi a valutare e quali dovrebbero essere le sezioni presenti, almeno a livello ideale:
1. Presentazione generale dell’idea
E’ La descrizione della cosiddetta “business idea”, ovvero del progetto d’impresa definendo la tipologia d’impresa che s’intende far nascere e sviluppare. E’ la sezione descrittiva da cui trarre gli aspetti fondamentali del piano aziendale che devono essere espressi in maniera dettagliata anche se sintetica.
In questa parte, deve essere illustrata l’idea generale ed i criteri generali con cui si intende portarla nella realtà; in sintesi, essa deve descrivere in cosa consiste il prodotto o il servizio che si vuol vendere, illustrarne le sue caratteristiche e sintetizzare la descrizione dei processi aziendali di produzione, distribuzione e vendita.
2. Dati della società
Questa sezione del business plan, per una nuova attività, è fondamentale ed occorre controllare che ci sia sempre, corredata di tutti i dati relativi alla persona giuridica della società (se è già stata costituita). Molto spesso, ti capiterà di vedere che la scelta della forma giuridica ricade sulle società di persone (s.n.c., s.a.s.) perché i costi di gestione sono notevolmente inferiori a quelli delle società di capitali. Tuttavia, considera che lil tipo di società migliore per un’attività seria è una società di capitali, quindi s.r.l. o s.p.a.
3. Descrizione del settore di riferimento
Dopo una prima descrizione dell’attività di business, è opportuno concentrarsi sul settore di riferimento. La descrizione del settore di riferimento è importante all’interno di un business plan ben strutturato: per poter dare forma all’idea business è infatti fondamentale che l’investitore sia messo al corrente riguardo alle opportunità presenti nel mercato commerciale di riferimento. L’utilizzo di grafici, statistiche e ricerche condivise da fonti attendibili sarebbe auspicabile.
4. Mission e Vision
Quando si parla di obiettivi dell’azienda si fa riferimento non solo a quelli commerciali ma anche, e soprattutto, a quelli di più ampia portata che fungono da guida a quelli commerciali. Quando vengono definiti gli obiettivi dell’azienda, devono essere esplicitati in maniera chiara le strategie, le azioni e i mezzi per conseguirli. In particolare:
- Visione dell’azienda: grazie alla visione, cioè la capacità di guardare al futuro, vengono elaborate idee innovative. La visione deve essere esplicitata, chiara, accurata e deve far comprendere i valori a cui l’impresa si ispira.
- Mission dell’azienda: indica come si intendono raggiungere gli obiettivi che sono descritti nella vision. La mission dovrebbe essere il più sintetica possibile e deve fornire una guida operativa all’azione dell’impresa e considera che essa dovrebbe riuscire anche ad spiegare, in modo chiaro ma conciso, perché l’azienda esiste, la sua unicità e in cosa si distingue dai suoi concorrenti.
E’ importante trovare che si sia dato un certo rilievo a questi obiettivi perché, una volta definiti, essi orienteranno l’azienda nelle sue politiche, scelte, investimenti ed azioni.
5. Benefici per l’investitore
Oserei dire uno dei punti più interessanti… va bene investire etico, ma la beneficenza non è argomento trattato da questo sito. Quali sono i benefici che puoi ricevere nell’investire il tuo capitale in questo specifico progetto imprenditoriale? Devi trovara chiara, lampante ed esaustiva risposta a questo interrogativo.
Sicuramente il fatto di aver dato forma e concretezza ad un’idea di business che realizzerà dei cambiamenti reali ed è capace di generare profitti reali e duratori può essere un buon inizio ma, ovviamente, l’investimento deve anche essere potenzialmente (meglio se molto) redditizio in un determinato arco di tempo. Infatti, il tuo investimento non è solo un sostegno finanziario ma diventerà lo snodo centrale del successo dell’iniziativa; e questo è qualcosa che deve essere in qualche modo “remunerato”.
6. Strategia di uscita per l’investitore
Ogni startup di successo dovrebbe pianificare una strategia di uscita per i propri investitori; questa sezione, quando presente nel business plan, è ovviamente di maggior interesse per i soci investitori come te. A nessuno piace entrare in un investimento senza capire se, come e quando potrà uscirne con un profitto.
Alcune delle tipologie di strategia di uscita potrebbero essere:
- Patto di riacquisto: “caro investitore, tu investi adesso, ma noi altri soci operativi ci impegnamo a riacquisire le tue quote ad un prezzo superiore al tuo investimento iniziale quando un determinato arco di tempo sarà trascorso o determinate condizioni si manifesteranno”
- Vendita della società in %: “caro investitore, con il tuo investimento acquisici una certa % dell’azienda; ora noi soci operativi facciamo decollare l’azienda e la facciamo fatturare per bene; ogni anno divideremo i proventi dell’azienda; quando poi la venderemo (per un certo multiplo del suo fatturato annuale), tu riceverai la medesima % sul prezzo di acquisto”
- Nessuna strategia di uscita: “caro socio, non stiamo prevedendo una chiara strategia di uscita per te: intanto partiamo, fatturiamo, iniziamo a rientrare dell’investimento fatto in un certo tempo ed iniziamo poi a guadagnare; un giorno, se proprio te ne vorrai andare, vedremo come, se e chi sceglierà di acquistare le tue quote”
Sarebbe importante prevedere, all’interno del business plan, una strategia di uscita per te già a priori per non trovarsi nella situazione in cui, ad attività già avviata, si potrebbero presentare ostacoli e vincoli non preventivati dalle parti.
7. Business Model
Fondamentale è che tu abbia la possibilità di capire la strategia di business che adotterà l’azienda in cui intendi investire.
In primis, nel documento dovrà essere definita la strategia di marketing, cioè come inserire il prodotto nel mercato. L’imprenditore dovrà dettagliare le scelte sui canali pubblicitari (online ed offline) e sulle cifre da destinare alle azioni di pubblicità e marketing.
In secondo luogo, è necessario che tu capisca la strategia di pricing: la determinazione del prezzo deve tenere conto di una serie di fattori quali i costi di produzione e di commercializzazione del prodotto, la tipologia di clienti, l’obiettivo di profitto, il ciclo di vita del prodotto, le strategie concorrenti, e fenomeni di stagionalità… tutti elementi che ti aiuteranno a capire nel dettaglio le pagine successive del business plan del nuovo progetto.
Un’altra sezione molto importante, che non può assolutamente mancare in questo capitolo, è la previsione delle vendite. Prevedere un andamento reale del mercato è davvero difficile, dunque, per determinare dei valori attendibili, occorre che l’imprenditore si sia basato su dati di mercato acquisiti da terzi o “recuperati” in proprio. Senza dati realistici di partenza, qualunque business plan per un nuovo prodotto o una nuova azienda è da considerarsi come un lavoro di totale fantasia.
Pretendi dunque di capire come e dove sono stati reperiti i dati di partenza e quali sono i passaggi logici che chi ha redatto il business plan per la nuova azienda ha seguito per arrivare ai risultati finali (solitamente incoraggianti se non entusiasmanti).
Infine, un ultimo ma non meno importante aspetto della sezione Business Model è la distribuzione. È importante capire come l’azienda intende distribuire il prodotto fisico o digitale o come rendere il servizio al cliente. Si vuole utilizzare un canale diretto, ossia vendere direttamente al cliente? O Un canale indiretto, che include uno o più soggetti intermediari?
La scelta del canale di entrata dipende dalle caratteristiche del mercato, dalle caratteristiche del prodotto, dalla struttura organizzativa dell’impresa, nonché delle caratteristiche della distribuzione locale, con relative presenza di eventuali grossisti locali.
8. Analisi S.W.O.T
Come insegna Wikipedia, l’analisi SWOT (conosciuta anche come matrice SWOT) è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un’impresa. E’ bene tenere in considerazione infatti che ogni idea di business è caratterizzata da peculiari punti di forza e punti di debolezza interni così come opportunità e minacce a cui è esposta nell’ambiente di mercato in cui si intende innestarla. E’ opportuno, dunque, considerare nel business plan questi quattro fattori che si rivelano fondamentali per lo sviluppo di un business.
PUNTI DI FORZA:
Il business plan che stai per analizzare dovrà presentare in maniera chiara punti di forza che consentano al progetto di differenziarti dalla concorrenza; in caso contrario, il documento xhe hai in mano non può essere definito “business plan”.
Quali potrebbero essere questi punti di forza? La qualità del prodotto o servizio offerto, la qualità del processo, la puntualità di consegna, gli aspetti di marketing, gli aspetti finanziari, la penetrazione di mercato, la soddisfazione del cliente, la competenza tecnica e tanto altro ancora… in pratica ogni aspetto in cui la tua attività può distinguersi dalla concorrenza e dare un valore aggiunto, è considerato un tuo punto di forza.
PUNTI DI DEBOLEZZA:
E’ normale, corretto addirittura, che un qualsiasi progetto presenti dei punti di debolezza e sarebbe davvero grave che questi non venissero sottoposti all’attenzione del socio investitore: fino a che non si conoscono non si può dire di conoscere il progetto.
Tecnicamente parlando, i punti di debolezza non sono altro che “il contrario” dei punti di forza, come ad esempio scarsa liquidità finanziaria; scarsa potenzialità di penetrazione nel mercato di riferimento; qualità del prodotto o servizio non impeccabili; carenze di competenze tecniche, di marketing o manageriali; scarsa soddisfazione dei clienti passati, etc.
LE OPPORTUNITA’:
In ogni mercato ci sono delle opportunità che devono essere sfruttate a vantaggio di un business ma bisogna essere capaci di coglierle. Le opportunità sono tutte quelle circostanze che caratterizzano il mercato e che possono essere portate a vantaggio della tua attività ad esempio, l’introduzione di una nuova normativa, lo sviluppo di una nuova tecnologia, i mutamenti sociali e dei gusti del consumatore, ecc…
Non conoscere tali opportunità significa non essere in grado di comprendere a pieno il potenziale dell’idea che ti viene sottoposta.
LE MINACCE
Anche in questo caso, ogni mercato si può dire presenti delle minacce, cioè l’insieme delle circostanze del mercato che possono influire in modo negativo sul successo dell’impresa. Tali fattori devono essere previsti nel business plan al fine di capire come meglio procedere al fine di calmierarne gli effetti.
Non conoscere le minacce potenziali del mercato incui si intende investire significa non essere in grado di calcolare correttamente il rischio dell’operazione e dell’investimento.
9. Analisi di mercato
Il punto principale di ogni attività di impresa è l’analisi del mercato. In questa sezione, deve essere illustrato ciò che i clienti potenziali cercano e spiegato perchè essi cercano davvero ciò che l’azienda propone: vogliono davvero acquistare il prodotto / servizio?
Inoltre, tale sezione deve essere in grado di argomentare le scelte dell’imprenditore: perchè ha pensato di muoversi proprio in questo settore? Quello che l’azienda intende offrire al mercato esista già oppure no e, nel caso in cui non esista, perché nessuno l’ha proposto prima? Non ci aveva pensato nessuno oppure non c’era ancora richiesta?
Un’altra domanda a cui tale sezione dovrebbe rispondere è la seguente: Come mai i potenziali clienti dovrebbero acquistare proprio da noi invece che dalla concorrenza?
Un punto fondamentale per una buona analisi di mercato è l’identificazione del target (o avatar, o buying perona) a cui si intende rivolgersi. Quando si elabora una strategia di marketing e di vendita o quando si propone un prodotto o un servizio, lo si dovrebbe sempre fare pensando ad un gruppo specifico di potenziali clienti. Non ci si può affidare a delle generiche ipotesi o supposizioni sul target: è necessario che l’imprenditore individui un segmento di clienti preciso, che sia il più adatto a recepire l’idea di business e desiderarla, e che abbia il coraggio di escludere dall’analisi tutti gli altri tipi di clienti non considerati.
Per quanto controintuitivo possa sembrare, ricorda che nessun prodotto o servizio di successo può essere venduto “a tutti”. Il piano marketing dovrà comunque focalizzarsi su uno specifico target, dunque diffida da chi ti propone di investire in proetti promotori di beni e servizi “che servono a tutti”: se nel business plan c’è scritto “questo prodotto va bene per tutti” significa che, chi lo ha redatto, non ha le idee chiare sul piano marketing da attuare e che, di conseguenza, il ritorno sull’investimento sarà molto difficile da verificarsi…
In sintesi, conoscere il proprio mercato di riferimento, per chi propone un investimento, significa offrire all’investitore la possibilità di venire a conoscenza, attraverso il business plan, dei:
- concorrenti potenziali diretti (coloro che producono lo stesso bene o erogano lo stesso servizio)
- concorrenti indiretti (coloro che producono un bene o erogano un servizio che potrebbe facilmente sostituire quello della startup);
- clienti potenziali/ target/ buying persona (i loro bisogni, le loro caratteristiche, i loro processi di acquisto ecc.).
E’ veramente molto importante riscontrare un’oculata ed attenta valutazione del mercato in un business plan per nuova attività; sono sufficienti errori grossolani di valutazione o mancate analisi di mercato per far fallire un’azienda prima ancora che il primo euro venga investito.
10. Benefici che ottengono i clienti
Le domande a cui un bravo imprenditore dovrebbe rispondere nel business plan passano anche dai benefici che i clienti hanno nel fare affari con lui. “Perché il cliente deve comprare il prodotto o servizio dalla mia azienda e non da quella del tuo concorrente? Quali benefici ottiene il cliente nell’acquistare il mio prodotto/servizio?” dovrebbe chiedersi… e rispondere per iscritto nel documento.
L’introduzione sul mercato di un prodotto o servizio, innovativo o meno, dovrebbe sempre offrire al cliente un’esperienza unica oppure risolvere un problema. E’ bene, infatti, che nel business plan per nuova attività, ad esempio, siano messe in evidenza non soltanto le caratteristiche o le peculiarità tecniche ma anche i vantaggi dei propri prodotti e le esigenze, evidenti o nascoste, che vanno a soddisfare per i clienti.
11. Piano Operativo
Il piano operativo è lo strumento che permette di capire come l’azienda intenda organizzare le varie fasi di lavoro. Dovrebbe contenere i dettagli su come il prodotto verrà realizzato o il servizio verrà sviluppato. E’ fondamentale che tu possa analizzare, ad esempio, la capacità del carico di produzione o la pianificazione del flusso di lavoro necessari per sostenere il piano di vendite previsto e le attività commerciali e di marketing a esso collegate.
Un altro aspetto che deve essere ben esplicitato nel piano operativo è la logistica come la movimentazione e la gestione del magazzino o la delivery del prodotto digitale. Anche l’assistenza post-vendita dovrebbe essere dettagliata in questa parte, nell’ottica di garantire una maggior fidelizzazione del cliente e una buona reputazione all’azienda.
12. Analisi Finanziaria
In questa sezione dovresti trovare ben definito e dettagliato l’ammontare da investire necessario a far partire il progetto. Per quanto complicato e dettagliato possa essere il documento, la tua comprensione della parte numerica del business plan potrebbe anche limitarsi a tenere sotto controllo alcuni fondamentali indicatori di bilancio; in questo modo dovresti poterti rendere conto se ti trovi di fronte ad un piano credibile e sostenibile.
Si possono calcolare gli indici di bilancio in base alle previsioni di vendita previste per il periodo dello sviluppo del piano. Questi sono quelli fodamentali:
EVOLUZIONE DELLA REDDITIVITA’:
Questo indicatore esprime la capacità dell’impresa di produrre a minori costi oppure il fatto che, a parità di costi, essa sia in grado di vendere a prezzi più elevati. Se i dati sono credibili, nella parte descrittiva del business plan dovresti poter leggere chiaramente le ipotesi su cui essi si basano. Quando tale marginazione deriva dalla differenza fra vendite e costi di materie prime o prodotti finiti, un elemento di chiarezza molto utile in tal senso è rappresentato dall’articolazione dei ricavi e dei costi di materie prime fra quantità e prezzi.
CRESCITA DEL FATTURATO NEL TEMPO
Dai un occhio che sia coerente con il trend storico, con quello dei concorrenti diretti e del settore e con il piano di investimenti previsto dall’azienda.
EVOLUZIONE DELLA ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO
Questo, dato decisamente evoluto, è ricavato dal rapporto fra le vendite e l’attivo patrimoniale. Si tratta di fatto di una misura dell’efficienza aziendale: più alta è la “rotazione”, più l’impresa è efficiente, tenendo conto da un lato delle politiche commerciali dell’impresa (vendite per addetto, dilazioni alla clientela, tempi di giacenza del magazzino, tempi di pagamento ai fornitori) e dall’altro dalla necessità di investimenti in immobilizzazioni.
STRUTTURA FINANZIARIA DELL’AZIENDA
… intesa come rapporto di indebitamento. La struttura finanziaria è collegata alle altre due componenti di natura operativa di cui sopra: infatti se migliorano la redditività e l’efficienza nell’uso dei capitali, l’impresa produrrà maggiori risorse (cash flow) e potrà ridurre l’indebitamento finanziario.
13. Gestione del cashflow
Un buon business plan include l’analisi sulle previsioni dei flussi di cassa, per visualizzare l’andamento delle entrate e delle uscite nel corso del tempo. È essenziale che tale previsione sia la più precisa possibile al fine di evitare problemi finanziari.
E’ importante perciò che tu possa capire nei dettagli la previsione dei flussi di cassa, delle entrate e delle uscite, con precisione. La parte più difficile da organizzare per l’imprenditore è la previsione delle entrate che dipendono, ovviamente, dalla volontà del cliente di onorare, nei tempi concordati, i pagamenti delle fatture. Molti imprenditori ritengono che sia impossibile riuscire a fare questa previsione; tuttavia, senza una stima precisa di entrate ed uscite, un qualsiasi business plan realizzato per il lancio di nuovo prodotto o servizio sarà equivalente a carta straccia.
14. Modalità di pagamento
Sarà anche banale, ma ti interesserà sapere come, fisicamente, i tuoi soldi torneranno indietro? Come pagano i clienti? Quali modalità di pagamento sono previste per i clienti e quali sono i termini per effettuare tali pagamenti? I pagamenti possono essere effettuati tramite bonifico bancario, carta di credito, assegno o Paypal? Insomma, qualche cenno sul fatto che i clienti non pagheranno in conchiglie o in cammelli potrebbe essere certamente interessante all’interno di un business plan per lancio di nuovo prodotto.
15. Stato di avanzamento dei lavori
Sarebbe utile per te poter avere informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori del progetto imprenditoriale. Esse infatti costituiscono il punto di innesco del tuo investimento su qualcosa che, in definitiva, breve o lungo che sia, uno storico già ce l’ha.
Ad esempio, le “stime a finire” sui costi e sui tempi di realizzazione del progetto potrebbero fornirti indicazioni aggiornate sui costi e sull’avviamento dell’erogazione dei benefici, oltre che, indirettamente, sui tuoi interlocutori.
Insomma, una tabella del tipo…
- dobbiamo arrivare qui
- abbiamo fatto questo e questo
- cosa ci manca per andare avanti
…sarebbe cosa gradita!
16. Team del progetto
Un investitore avveduto come te non deve solo guardare alla validità e alla fattibilità del progetto ma anche al profilo dei soci imprenditori e del suo team. Per la buona riuscita dell’investimento e per assicurarsi che le risorse vengono usate in modo efficiente, ci deve essere una buona amalgama nel team che dovrà essere ben distribuito nelle competenze e nei ruoli. Considera che, team troppo omogenei, tendenzialmente faticano a fare impresa.
E’ importante quindi che:
- siano elencati tutti i ruoli aziendali (es. di sviluppo, di controllo, di marketing, di comunicazione ecc.) specificandone le caratteristiche e le finalità
- siano presentate le figure cardine che compongono il team mettendone in luce le caratteristiche e il valore aggiunto che possono apportare per la riuscita del progetto
Nel business plan di una startup, non è ammissibile la mancanza della descrizione del team e delle sue caratterisciche ed esperienze.
Conclusioni
Spero che alla fine della lettura di quest’articolo tu abbia le idee almeno un pò più chiare su come valutare dei business plan di idee che ti consentando di investire efficacemente nell’attività di business che hai sempre sognato. Infine, non dimentichiamo un ingrediente che fa da contorno a tutto ciò: la motivazione. La motivazione è chiave del successo! Un team di business vincente deve essere motivato e fondarsi su comuni principi solidi per ottenere un vero successo sul mercato. Se, dopo aver valutato un business plan, non ti senti fortemente motivato ad investire, fermati ed ascolta quello che ti dice la tua pancia. Per te, che decidi di investire in idee di business altrui, è una parte del corpo a cui devi dare molta attenzione. Nel dubbio, non investire!
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